I funghi sono organismi microbici suddivisi in cinque categorie: le prime tre sono costituite da organismi unicellulari oppure da ife parzialmente differenziate e classificate come citridi (degli ambienti acquatici), zigomiceti (muffe che crescono su sostanze o parassiti in decomposizione) oppure glomeromiceti (che vivono in simbiosi con le piante).

Le altre due categorie sono gli ascomiceti, che includono saccaromiceti e lieviti (ad esempio le specie Aspergillus e Penicillium) e i basidiomiceti, che contano circa trentamila specie, inclusi i funghi mangerecci ma anche organismi come le ruggini.

 

Per le loro caratteristiche strutturali, ben diverse dalla fitochimica delle piante, i funghi si prestano all’impiego industriale e farmacologico in modo originale e oggi se ne conoscono utilizzi tecnologici innovativi anche per il risanamento ambientale; i funghi trasudano enzimi che da milioni d’anni hanno sviluppato la capacità di degradare qualsiasi sostanza, incluse quelle inorganiche, e trasformarle in sostanze organiche.

A questo fine serve selezionare il ceppo giusto per il degrado di sostanze chimiche industriali utilizzabili per funzioni specifiche.

La bioingegneria sta studiando i geni dei funghi, isolandoli dal resto del DNA e facendoli funzionare all’interno di lieviti coltivabili in laboratorio, per esempio, per scoprirne le sequenze genetiche che possano essere applicate all’uso industriale. Ad esempio, il fungo Ascorcoryne sarcoides è studiato dal Dipartimento dell’energia USA per ricavarne un carburante per le auto.

Anche il bioetanolo è prodotto a partire da lieviti, utili solo per certi tipi di motori. L’Ascorcoryne sarcoides è efficace nel digerire la cellulosa, i sottoprodotti della quale sono gli idrocarburi.

Un altro uso “ecologico” dei funghi è effettuato nell’ambito della bioremediation, settore nel quale operiamo da tempo per il risanamento di terreni e falde acquifere inquinate da idrocarburi e metalli pesanti.

I funghi sono capaci di degradare la lignina presente nelle cellule vegetali, generando sottoprodotti chimici semplici.

Poiché la lignina assomiglia a sostanze nocive come i policlorobifenili (PCB), alcuni funghi simbionti sono stati impiegati per risanare terreni inquinati; in Italia sono stati utilizzati anche per ossigenare le acque del lago di Endine (Bg), il quale in pochi anni è ridiventato balneabile e pescabile.

Le spore di Metarhizium anisopliae sono servite per creare un bioinsetticida che stermina le cavallette giganti responsabili della distruzione di molte coltivazioni in Africa.

Quando le cavallette giganti sono spruzzate con le spore di questa specie fungina, il fungo cresce sul loro organismo, nutrendosene e uccidendolo in breve tempo. Questo genere di funghi appartiene ai funghi cosiddetti micorizzici, i quali vivono in simbiosi con le radici delle piante, rafforzandole e proteggendole da agenti esterni.